Pillole Pastorali

 

Le caratteristiche di razza del nostro cane da pastore

Sheepdog con Sibyl

Pillole Pastorali

 
Oggi cominciamo a trattare l’argomento delle caratteristiche di razza dei nostri amati pastori.
 
Cominciamo dal capire a quale gruppo appartengono.
 
GRUPPO 1: Cani da Pastore e Bovari (esclusi i bovari svizzeri)
 
Questa la dicitura del gruppo di appartenenza del tuo cane da pastore, secondo la suddivisione delle razze FCI.
 
Bisogna considerare che all’interno di questo gruppo sono compresi sia i cani da pastori conduttori, che i cani da pastore guardiani; seppure le differenze tra le due tipologie di cani da pastore siano sostanziali.
 
Con questa serie di post, vorrei soffermarmi a valutare più nel dettaglio quali sono le caratteristiche principali di un cane da pastore conduttore.
 
Poi affronteremo anche le caratteristiche dei guardiani… un po’ per volta.
 
Vediamo ora una delle principali caratetteristiche del nostro “Condutore”
 

 

La dociltà 

 
Il cane da pastore conduttore è quel cane che ha lo scopo di movimentare il bestiame, aiutando così l’uomo nella gestione quotidiana all’interno della fattoria o al pascolo.
 
Il nostro caro “Conduttore” per poter svolgere il loro compito al meglio, deve possedere alcune caratteristiche innate che lo rendano un efficiente lavoratore.
 
Il nostro conduttore deve, prima di tutto possedere un alta docilità, che è la propensione ad assecondare le richieste dell’uomo e svolgere lavori in stretta collaborazione con quest’ultimo.
 
Questo permette di avere un cane sempre pronto e bisognoso di collaborare con noi, lo predispone ad essere obbediente e rapido nell’apprendere compiti ed esercizi che l’uomo gli propone.
 
Questo nella pastorizia è utile ad avere un cane obbediente, che cerca naturalmente il contatto e l’approvazione del proprio pastore; permettendo così all’uomo di svolgere i compiti di pastorizia, senza preoccuparsi di dover coinvolgere il cane ogni qual volta serva il suo operato, ma averlo sempre pronto e scattante nel momento del bisogno
 
Altre discipline come l’agility, l’obedience, la ricerca in superfice e molte ancora… sfruttano questa caratteristica per poter avere cani sempre pronti ad eseguire comportamenti richiesti dall’uomo e mettendoli in atto con estremo entusiasmo, rimanendo efficienti, collaborativi e di conseguenza performanti.
 

 

 

Motivazione predatoria

 

 
Un cane, per riuscire nel difficile compito di movimentazione del bestiame, ed essere cosi un buon pastore conduttore, deve possedere quella che in gergo viene definita motivazione predatoria ovvero quella spinta interna ad inseguire tutto ciò che si muove davanti a lui.
 
 
 
Fin da piccolo un buon conduttore ci dimostrerà la sua voglia e il desiderio di rincorrere tutto.
Quello che nella parte educativa, soprattutto con cucciolo o adolescente può esse un problema anche grave e rendere la gestione del nostro cucciolo molto complicata, non è altro che una delle caratteristiche innate che ogni cane da pastore deve possedere.
 
Vediamo nello specifico che cos’è la motivazione predatoria e da cosa deriva in origine.
 
 

Nella maggior parte dei cani da lavoro, quelle caratteristiche che risultano funzionali, per svolgere in maniera efficiente i vari compiti, non sono altro che parti della sequenza predatoria ancestrale dell’antenato del cane: il lupo.

La sequenza predatoria del canide selvatico in origine corrisponde a:

  • fiutare la traccia olfattiva
  • individuare e puntare la preda attraverso lo sguardo e una postura che permetta l’avvicinamento furtivo
  • inseguimento o accerchiamento
  • il morso
  • l’uccisione
  • il consumo della preda

 

L’uomo attraverso la selezione ha ridotto od enfatizzato parti della sequenza per ottenere cani che svolgessero in maniera efficace e funzionale alcuni compiti.

Nel cane da pastore conduttore sono state enfatizzate quelle parti della sequenza utile a movimentare un gruppo di prede. è stato valorizzato lo sguardo e l’avvicinamento furtivo, (ricordiamo per esempio la postura tipica del border collie al lavoro) l’inseguimento e l’accerchiamento e il morso.

Sono state ridotte in maniera significativa tutte quelle altre parti che sarebbero state un problema per l’incolumità degli animali allevati. Ad esempio l’uccisione e il consumo.

Infine ne risulta un cane con un altissimo bisogno di puntare ed inseguire quella che ai suoi occhi risultano essere delle preda, ma non sentirà il bisogno, a differenza del suo antenato selvatico, di uccidere e consumare le stesse, essendo così un valido aiuto per il pastore.

La spinta predatoria si palesa nella maggior parte delle razze da conduzione fin dai primi mesi. I cuccioli ameranno giocare rincorrendosi, saranno interessati a rincorrere giocattoli come palline e straccetti, assumendo le tipiche posture del predatore, risultando così divertenti agli occhi dei proprietari più ignari ed inesperti.

 

Nel tempo questa motivazione crescerà, perchè risulta essere una componente autoremunerativa.

Ciò significa che più il cane la mette in atto e più avrà voglia di ripetere questo comportamento. Questo farà si che, se non gestita e canalizzata, questa pulsione tenderà a generalizzarsi su oggetti e figure di ogni tipo, come ad esempio macchine, motorini, bicilette, monopattini e infine anche bambini in corsa.

Una problematica che spesso viene associato alla gestione di cani molto diffusi come border collie, pastori belga, australian sheperd.

Ma questo non significa che tale motivazione va eliminata o repressa, dovrà essere canalizzata in attività che tenderanno ad appagarla senza farla diventare disfunzionale.

Possiamo per esempio canalizzarla in attività come la conduzioni del bestiame, insegnando così al cucciolo a controllarla a gestirla in presenza di stimoli molto forti.

Mediante un attento e preciso lavoro il cane imparerà non solo ad auto controllarsi, ma insegnerà anche a noi come poter utilizzare in maniera efficace questa motivazione per far si che diventi un insostituibile alleata nel lavoro sul bestiame.

Ci sono anche dei piccoli accorgimenti che se lavorati fin dai primi mesi eviteranno al proprietario di incappare in problematiche di questo tipo.

 

 Una delle primissime cose da tenere conto è non lasciare il cane da solo, di fronte a stimoli in movimento.

Facciamo l’esempio di cani che vengono lasciati in giardino di fronte a strade trafficate con differenti veicoli in movimento. Questo impedirà che il nostro cucciolo possa trovare piacevole l’inseguimento di questi stimoli,

O ancora possiamo insegnare al cucciolo che non in presenza di tutti gli stimoli è utile manifestare questo comportamento. In che modo? Premiando il cucciolo, ogni qual volta, di fronte ad uno stimolo “cittadino”, come ad esempio le biciclette o macchine sarà canalizzato su di noi ed eviterà di partire all’inseguimento.

 

Nel lavoro di pastorizia la motivazione predatoria è utilissima, perchè ci permette, se controllata, di incutere un giusto timore nel bestiame, consentendoci di muoverlo ove è necessario. Infine per rispondere alla domanda: “Ma le pecore si stressano quando vengono spostate dal pastore conduttore?” la risposta è “si”, anche se in minima misura. Il compito del nostro cane ben addestrato sarà quello di utilizzare movimento di predazione in maniera estremamente dosata, per indurre nelle sue pecore uno spostamento causando a loro il minor stress possibile.

 

 

Gruppo 1 nella classificazione FCI https://www.enci.it/libro-genealogico/razze
 
 
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